DONNA E DEMOCRAZIA

Lina Merlin

Nella casa di via Alfredo Catalani 63, nella zona Casoretto quartiere Lambrate, Lina dà lezioni di francese.
Lavora, come supplente, poco lontano, in viale Lombardia, alla scuola Caterina da Siena.
Ma sia a casa che sul lavoro, Lina, soprattutto, resiste.

Lina Merlin
Lina Merlin

Nell’istituto diretto fin dal 1925 da Ines Saracchi sono molte le insegnanti che si prodigano per la Resistenza: Piera Beccaglia, Giulia Pisati, Ada Tamini, Anita Crespi, Gisella Resnati, Maria Elena Cuciniello, Anita Gerosa Faini.
E a casa di Lina si riuniscono i leader del rinato Partito socialista per preparare l’insurrezione: Pertini, Basso, Morandi; e le sue amiche Carla Maffioli e Marcella Chiorri Principato.

Ma chi è questa coraggiosa insegnante di francese?

Lina Merlin e Sandro Pertini
Lina Merlin e Sandro Pertini al 30° Congresso del PSI. Milano, 8 gennaio 1953

Angelina Merlin era nata a Pozzonovo di Padova nel 1887, figlia del segretario comunale.
Era cresciuta a Chioggia, presso i nonni, dove aveva studiato da maestra.
Dopo il diploma nel 1905 si era trasferita in Francia, a Grenoble, per perfezionare la lingua, laureandosi poi nel 1914 a Padova.
Al ritorno in Italia si era iscritta al Partito Socialista per le sue posizioni pacifiste:

Il Partito socialista italiano era il solo che avesse avversato la bella guerra distruttrice di uomini e di cose… Di Marx conoscevo solo il nome e le poche nozioni imparate nei testi scolastici, sapevo solo che il Partito operava per realizzare un ideale di giustizia che era il mio. Del resto non mi importava.

Aveva collaborato con “La difesa delle lavoratrici” e con “L’eco dei lavoratori”, diretto dal medico e deputato socialista Dante Gallani, suo conterraneo e futuro marito.
Nel 1921 aveva fondato la sezione femminile di Padova; e poi il Laboratorio socialista, presto distrutto dai fascisti.

I politici italiani di PSI Partito Socialista
I politici italiani di PSI Partito Socialista Lina Merlin, Pasquale Schiano e Pietro Nenni al congresso, Roma, Italia degli anni sessanta
Lina Merlin

Nominata segretaria del comitato elettorale Veneto per le elezioni del 1924, aveva collaborato con Giacomo Matteotti; e dopo la sua morte era stata iscritta nell’elenco dei sovversivi. Nel marzo 1926 era stata licenziata per non aver prestato il giuramento al regime:

Io sottoscritta insegnante delle scuole elementari di Padova fui assente dalla cerimonia del giuramento celebrato in Municipio. La ragione è semplice chiara. Ho l'onore di appartenere al Partito socialista italiano ed ho la volontà di rimanervi, convinta della nobiltà del mio ideale.

Trasferitasi a Milano, aveva conosciuto e aiutato Filippo Turati, che le aveva insegnato che:
“Bisogna saper soffrire per vincere”.

Nuovamente arrestata nel 1929, era stata confinata cinque anni in Sardegna, tra Nuoro, Dorgali e Orune.
Al suo ritorno, nel 1933, aveva sposato Gallani, rimasto vedovo; ma questi era morto nel 1936.
Negli anni successivi si era quindi dedicata al Soccorso rosso, animando anche gli scioperi del 1934.

Dopo il 1943 aveva messo a disposizione i libri del marito e procurato vestiario ai partigiani.
Nel 1944 aveva contribuito alla nascita dei Gruppi di Difesa della Donna e per l’Assistenza ai Volontari della Libertà.
Aveva preso parte a diverse azioni, rischiando più volte la vita, come quando, catturata dai nazisti, era riuscita a sfuggire con uno stratagemma.

Dunque Lina è una antifascista e una partigiana.

Il 25 aprile 1945, insieme al professor Giorgio Cabibbe e alla Brigata Rosselli, occupa il Provveditorato agli Studi di Milano, imponendo la resa; e lancia il Manifesto della scuola.
Il 27 viene nominata dal Clnai vicecommissario per l’Istruzione di tutta la Lombardia.
Il 29 giugno è chiamata a far parte della direzione nazionale del Partito socialista, in qualità di responsabile della commissione femminile. E si sposta così a Roma.

Lina-Merlin-con-il-senatore-Umberto-Terracini
Lina Merlin con il senatore Umberto Terracini
Le 21 madri costituenti
“La domenica del Corriere”, n. 19, Anno 48
Teresa Mattei, la più giovane delle madri costituenti, alla firma della Costituzione
Enrico De Nicola, capo provvisorio dello Stato, con alcune donne elette nell'Assemblea Costituente

Scrive sull’Avanti e in “Lettere alla donna”. È tra le fondatrici dell’Udi.
Ma soprattutto è una delle 21 “madri costituenti”: entrata nella Commissione dei 75 partecipa alla terza sottocommissione.

Un estratto dall'intervista di Enzo Biagi alla senatrice Lina Merlin, 1975 [Fonte RAI Storia]

Importanti sono i suoi interventi sugli articoli 3 (a lei si deve l’inserimento della clausola “senza distinzioni di sesso”) e 37 (sulla parità di diritti e retribuzione sul lavoro):

Onorevoli colleghi molti di voi sono insigni giuristi e io no, ma conosco la storia. Nel 1789 furono proclamati in Francia i diritti dell’uomo e del cittadino e le costituzioni degli altri Paesi si uniformarono a quella proclamazione che in pratica fu solo platonica perché cittadino fu considerato solo l’uomo con i calzoni e non le donne.

Nel 1948 è eletta in Senato e il 10 giugno è la prima donna a pronunciare un discorso a Palazzo Madama.
Nel 1950 fonda, insieme con le parlamentari democristiane Ida D’Este, Angela Guidi Cingolani, Maria Federici e Maria De Unterrichter Jervolino, il Comitato italiano di difesa morale e sociale della donna (Cidd), di cui sarà vicepresidente fino al 1963.

Nel video la senatrice Merlin lavora in casa ad una proposta di legge sui teatri di prosa [Fonte Archivio Luce]

Lina Merlin

Nel 1951 è consigliera comunale a Chioggia, impegnandosi contro l’alluvione.
Nel 1953 viene rieletta, unica donna in Senato; nel 1958 passa alla Camera.
A lei si devono l’abolizione della dicitura “figlio di N.N.” sugli atti anagrafici dei bimbi abbandonati, l’equiparazione dei figli naturali ai figli legittimi in materia fiscale, l’eliminazione della “clausola di nubilato” nei contratti di lavoro, l’abolizione del carcere preventivo o la procrastinazione dell’inizio della pena per le madri.

Ma il suo nome è legato soprattutto alla legge contro la prostituzione, proposta nel 1948 e poi tenacemente perseguita nonostante le critiche provenienti dal suo stesso partito.
A Milano, con Carla Barberis Voltolina, Merlin raccoglie e pubblica le lettere a lei spedite dalle prostitute italiane.

Lina-Merlin

Finalmente la legge 75 viene approvata il 20 febbraio 1958 con 385 sì e 115 no: vengono proibite le “case chiuse” e si dispongono sanzioni nei confronti dello sfruttamento e del favoreggiamento della prostituzione:

Questo Paese di viriloni che passano per gli uomini più dotati del mondo e poi non riescono a conquistare una donna da soli! Inoltre, che giovani son questi che per avere una donna devono farsela servire su un vassoio come un fagiano?

Nel 1961 si allontana dal partito in contrasto con la dirigenza locale; e quando nel 1963 le viene rifiutata la ricandidatura, strappa la tessera e abbandona la politica.

“Le idee sono sì importanti, ma camminano con i piedi degli uomini, e io non ne posso più di fascisti rilegittimati, analfabeti politici e servitorelli dello stalinismo”

Torna cosi a Milano, stabilendosi in Via Adele Martignoni insieme a Franca Cuonzo Zanibon, figlia di una sua cugina precocemente scomparsa che le era stata affidata; e continua a collaborare con l’Umanitaria.

Trasferitasi ormai bisognosa di assistenza a Padova, esprime comunque la volontà di essere sepolta a Milano.
Muore nel 1979; è cremata e tumulata a fianco del marito.
Nel 2013 le sue ceneri sono state traslate nella cripta del Famedio del Cimitero Monumentale.

La sua autobiografia, curata da Elena Marinucci, viene pubblicata solo nel 1989; e i discorsi parlamentari nel 1998.

A compensare almeno in parte questo ritardo, nel maggio 2021 è stato scoperto in Senato un suo busto in bronzo.

Busto bronzeo di Lina Merlin al Senato
Busto bronzeo di Lina Merlin al Senato
Utopie? No, non esistono utopie. Ogni idea che scaturisce da una necessità, da un bene al quale giustamente aspirano gli uomini, si fa reale quando a tradurla in alto concorrono la buona volontà e l’amore verso il proprio simile.

Fonti

Bibliografia minima:
• L. Merlin, La mia vita, a cura di Elena Marinucci, Giunti, Firenze 1989
• T. Merlin, Lina Merlin: vita privata e impegno politico, Este, Padova 2005
• S.Bellassai, La legge del desiderio. Il progetto Merlin e l’Italia degli anni Cinquanta, Roma, Carocci 2006
• A.M. Zanetti, a cura di, La senatrice. Lina Merlin, un «pensiero operante», Marsilio, Venezia 2006 (nuova edizione 2017)
• P.G. Tiozzo Gobetto, La vita per un’idea: Lina Merlin costituente della Repubblica, Art Print, Piove di Sacco 2015
• P. Gabrielli, Il primo voto. Elettrici ed elette, Castelvecchi, Roma 2016
• A.M. Bernieri, Madri costituenti. Storia di una speranza incompiuta, MDS, Pisa 2017

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