Progetto
Il Museo che verrà
La memoria di chi ha combattuto per restituire all’Italia la libertà va conservata e trasmessa, non per riprodurre divisioni, ma per consolidare e diffondere, specialmente tra le giovani generazioni, la consapevolezza del valore inestimabile della democrazia e della libertàSergio Mattarella, Presidente della Repubblica
UN MUSEO DI FORTE
CAPACITÀ INFORMATIVA
E DI GRANDE IMPATTO EMOZIONALE
Il Museo Nazionale della Resistenza di Milano offrirà al visitatore un’immagine aggiornata e complessa della Resistenza, inserendola nel contesto europeo e nel lungo periodo; fornirà documenti, scenari e narrazioni per far conoscere la storia dell’Italia in età contemporanea e stimolare un dibattito funzionale a costruire una cittadinanza consapevole, fondamentale per l’identità nazionale e la repubblica democratica.
GLI ELEMENTI
CARATTERIZZANTI DEL MUSEO
Resistenza/Resistenze
Il Museo restituirà le molte dimensioni della Resistenza, la sua pluralità dal punto di vista ideale, motivazionale, territoriale e sociale. Tratterà la sua natura multi e trans-nazionale, dando anche rilievo alle diverse esperienze dei deportati e delle vittime di guerra, dalle stragi fasciste e naziste ai bombardamenti. Verrà ricostruita la complessa interazione della Resistenza con le forze alleate e il Regno del Sud.
La società italiana durante la Resistenza
La Resistenza non riguardò solo i combattenti; ci si propone dunque di chiarire le complesse relazioni tra i vari attori della guerra e la popolazione civile.
La dimensione politica della Resistenza
e l’antifascismo come base della democrazia italiana
La Resistenza è stata impegno in prima persona, il farsi carico delle sorti del Paese e non solo delle proprie idee o interessi di parte. Sarà approfondito il ruolo, il coordinamento e la regia ideale svolta dai partiti antifascisti attraverso i Comitati di Liberazione Nazionale in tutta Italia, dalle grandi città ai piccoli borghi.
Resistenza, memorie, identità
Il Museo intende ricostruire la storia della memoria pubblica italiana della Resistenza, dalle cerimonie istituzionali al dibattito giornalistico, nelle varie rappresentazioni culturali, letterarie, artistiche e di cultura popolare.
Alla base del progetto museologico e museografico c’è la ricerca storica, grazie alla rete nazionale di istituti storici e associazioni memoriali, coordinati dall’Istituto Nazionale Ferruccio Parri. Sono stati individuati oltre 2.000 bacini documentari da cui attingere fondi di diversa natura, con particolare attenzione agli audiovisivi e alle testimonianze orali. Il materiale individuato è diviso in diverse aree tematiche e sarà il punto di partenza per la costruzione del Museo.
Il Museo si propone come riferimento della rete dei luoghi della memoria italiana, già riuniti in Paesaggi della Memoria e si colloca fin da subito in modo attivo nel panorama europeo dei musei della resistenza e della guerra.
documentazione
Resistenza militare: 70 fondi archivistici, per un totale di circa 450.000 carte, tra cui quello fondamentale del Corpo volontari della libertà.
Resistenza politica: 197 fondi archivistici, per un totale di circa 1.400.000 carte che riguardano il CLN (Comitato di Liberazione Nazionale), il CLNAl (Comitato di Liberazione Alta Italia) e i partiti politici.
Fondi privati: 47 fondi archivistici, per un totale di circa 550.000 carte, relativi ai fondi privati di personalità della Resistenza, da Ferruccio Parri ai singoli partigiani.
Miscellanee: 9 fondi archivistici, per un totale di 115.000 carte.
Multimedia: all’interno dei diversi fondi non ci sono solo carte ma una ricchissima raccolta di materiali multimediali, tra cui più di 680.000 fotografie con circa 10.000 immagini clandestine realizzate durante la resistenza. Alle immagini si aggiungono circa 70.300 manifesti e più di 21.590 documenti sonori tra musicassette, dischi bobine a nastro aperto e compact disk.
IL PROGETTO
ARCHITETTONICO
Il masterplan di Porta Volta costituisce un importante intervento di valorizzazione dell’area a favore della città e dei suoi abitanti, grazie alla sua cruciale dimensione urbana.
Come parte della ridefinizione dell’area, il progetto di Herzog & de Meuron per la Fondazione Giangiacomo Feltrinelli è stato completato nel 2016. Proprio di fronte, rispetto all’asse dei Caselli Daziari e di Via Volta, si il secondo edificio previsto dal masterplan, destinato ad ospitare il Museo Nazionale della Resistenza.
Un sito intriso di storia
La peculiarità dell’area di Porta Volta è rappresentata dalla sua localizzazione lungo il tracciato delle Mura Spagnole: le antiche mura, risalenti al sedicesimo secolo, sono le ultime di una serie di fortificazioni che, a partire dai tempi romani, hanno definito i confini della città. Con l’apertura dei Bastioni alla fine del diciannovesimo secolo, via Alessandro Volta ha segnato l’inizio dell’estensione della città al di fuori delle vecchie mura, rappresentando un nuovo asse di collegamento tra il centro storico e il Cimitero Monumentale. Oggi, lo spazio ancora vuoto del sito è la testimonianza della presenza delle mura e, allo stesso tempo, ricorda le distruzioni che questa zona ha subito durante la Seconda Guerra Mondiale.
I Caselli Daziari e gli edifici gemelli
I Caselli Daziari di Porta Volta offrono un importante punto di riferimento nel tracciato urbanistico della città di Milano. La posizione degli edifici Feltrinelli e Fondazione lungo viale Pasubio e quella dell’edificio che ospiterà il Museo Nazionale della Resistenza, tra viale Montello e Porta Volta, sottolinea questa porta storica, attingendo alla tradizione milanese degli edifici gemelli, come quelli realizzati in Piazza Duomo, Piazza Piemonte e Piazza Duca D’Aosta.
Oltre alla conservazione dei resti delle Mura Spagnole, il progetto per Porta Volta prevede la realizzazione di un’ampia area verde pubblica, intesa come estensione e prolungamento dei viali esistenti.
Un progetto milanese
Gli edifici si ispirano alla essenzialità e alla imponente scala dell’architettura storica milanese, costituita da esempi come l’Ospedale Maggiore, la Rotonda della Besana, il Lazzaretto e il Castello Sforzesco. I nuovi edifici sono anche ispirati dal tratto lungo e lineare delle tipiche cascine della campagna lombarda, che furono un importante punto di riferimento per Aldo Rossi e per il suo progetto al Gallaratese. La ridefinizione dell’area di Porta Volta è intrinsecamente un progetto che riprende i temi dell’urbanistica e dell’architettura milanese, con riferimenti agli edifici più emblematici della città, attraverso i quali Milano si è rinnovata nel tempo.