16 ottobre 1943

La razzia degli ebrei di Roma

Alle 5,30 di sabato 16 ottobre 1943 nelle vie dell’ex ghetto e in altri quartieri di Roma ha inizio la Judenaktion, una delle pagine più terribili della guerra e del fascismo in Italia. L’esplicita richiesta di Hitler e Himmler è il rastrellamento e la deportazione dell’intera comunità ebraica di Roma, la più antica d’Europa e, insieme con quella triestina, la più grande d’Italia.

Biglietto consegnato dai nazisti agli ebrei da arrestare
Biglietto consegnato dai nazisti agli ebrei da arrestare durante la razzia del 16 ottobre. Archivio privato Renato Di Veroli

Alle 14 del «sabato nero» l’operazione è terminata: 1259 fra donne, uomini, vecchi e bambini sono ammassati al Collegio militare della Lungara. Vi restano fino alla mattina di lunedì 18, a eccezione di 237 prigionieri che, classificati come «stranieri» nell’orribile schema persecutorio – vale a dire componenti di unioni fra cristiani ed ebrei, figli di genitori non soltanto ebrei e pochi altri casi –, vengono liberati.

Dopo più di quattro giorni di viaggio i ventotto vagoni bestiame su cui sono stati caricati giungono ad Auschwitz-Birkenau dove, per l’occasione dell’arrivo degli «ebrei del Papa», è presente sulla Judenrampe il comandante del campo Rudolf Höß.
Per la maggior parte dei prigionieri, 820, i tedeschi decretano la morte immediata nelle camere a gas mentre 149 uomini e 47 donne sono avviati ai lavori forzati.

Alla fine della guerra torneranno a Roma solo quindici uomini e una donna, Settimia Spizzichino, sopravvissuta anche all’orrore di Bergen-Belsen.

La deportazione degli ebrei italiani, avviata il 16 ottobre e proseguita in tutto il paese nei mesi successivi, rappresenta l’inevitabile punto d’arrivo del tragico percorso intrapreso dallo stato italiano nel 1938 con l’introduzione delle leggi razziali, grazie alle quali si realizza, tra le altre nefandezze, quel censimento degli ebrei che sarà molto utile ai nazisti per compiere i loro rastrellamenti. Treni carichi di ebrei italiani giungeranno ad Auschwitz-Birkenau, centro di sterminio per i deportati dell’Europa meridionale, fino al 28 ottobre 1944.

Mappa relativa alla distribuzione degli ebrei dopo il censimento dell’agosto 1938
Mappa relativa alla distribuzione degli ebrei dopo il censimento dell’agosto 1938, pubblicata ne «La Difesa della Razza» del 20 ottobre 1938

Fino all’estate 1943 questo scenario era sembrato lontano. L’occupazione tedesca e la nascita della Repubblica Sociale sono i lampi che squarciano definitivamente le illusioni delle comunità ebraiche italiane di vivere in un paese in cui l’antisemitismo è meno radicato e violento rispetto all’Europa orientale, da cui giungono voci cui nessuno vuole credere, e di risiedere in una città che può contare sull’«ombra» protettiva del Papa.
La gioia per la caduta del regime fascista, il 25 luglio, lascia presto il campo alla preoccupazione e, non appena Roma si riempie di truppe tedesche, l’aria si fa pesante.

Il 26 settembre il comandante della Gestapo a Roma, Herbert Kappler, convoca i rappresentanti della comunità ebraica, Foà e Almansi, minacciando deportazioni in caso della mancata consegna di 50 chili d’oro entro due giorni. Grazie alla solidarietà della cittadinanza romana l’oro viene consegnato ma nei giorni seguenti il saccheggio continua: dal Tempio Maggiore, dalle biblioteche della Comunità e del Collegio Rabbinico le SS prelevano antichi manoscritti e incunaboli insieme ad altri oggetti di inestimabile valore culturale, nel totale silenzio delle autorità italiane e cattoliche.

Herbert Kappler in una foto segnaletica
Herbert Kappler in una foto segnaletica dopo la cattura da parte degli Alleati, 1945
Roma, quartiere ebraico, 1923
Roma, quartiere ebraico, 1923. Donne e bambini in via del Portico d’Ottavia. Archivio fotografico Istituto Luce

I numerosi episodi di coraggio e solidarietà dimostrati da singole persone non bastano a lavare l’onta della complicità italiana nei saccheggi e nelle deportazioni: ufficiali di polizia italiana supportano le operazioni prima, durante e dopo il 16 ottobre, nelle settimane successive si moltiplicano le delazioni e le denunce mentre la RSI ordina l’arresto di tutti gli ebrei e l’internamento nei primi campi di concentramento italiani come quello di Fossoli.
Alla fine della guerra su 2091 deportati da Roma fanno ritorno 78 uomini e 28 donne. In un anno nel lager di Auschwitz-Birkenau arrivano più di 6500 cittadini italiani, 5578 per non fare mai ritorno.

Roma, via del Portico d’Ottavia, 26 luglio 1943. Gli ebrei della capitale festeggiano per le strade del quartiere ebraico la caduta di Mussolini. Archivio fotografico Istituto Luce
Birkenau, inverno 1943-1944. Vista parziale del settore BII. In primo piano due baracche della quarantena per uomini [Archivio del Memoriale e Museo di Auschwitz-Birkenau]

Proponiamo di seguito il documentario realizzato dalla Fondazione Museo della Shoah nel 2018 in collaborazione con Rai Cinema e presentato al Festival del Cinema di Roma. Scritto e curato da Liliana Picciotto e Marcello Pezzetti, con la regia di Ruggero Gabbai, questo lavoro, prodotto da Forma International, riproduce testimonianze raccolte in periodi diversi, documenti dell’epoca, dichiarazioni dei persecutori di allora e materiale inedito;

è stato accompagnato da una mostra e da un volume in cui sono stati riprodotti i numerosi documenti e ricordi messi a disposizione dalle tante famiglie e privati cittadini che contribuiscono a mantenere vivo il ricordo di quegli orribili eventi.
Si ringrazia la Fondazione Museo della Shoah e Forma International per la disponibilità e la condivisione del materiale.

Fonti

Bibliografia minima:
• Settimia Spizzichino, Isa di Nepi Olper, Gli anni rubati: le memorie di Settimia Spizzichino, reduce dai lager di Auschwitz e Bergen-Belsen, Cava de’ Tirreni, 1996
• Archivio storico della Comunità Ebraica di Roma, Roma, 16 ottobre 1943. Anatomia di una deportazione, a cura di S.H. Antonucci, C. Procaccia, G. Rigano, G. Spizzichino, Guerini&Associati, Milano, 2006
• Silvia Haia Antonucci, Pierina M. Ferrara, Marco Folin, Manola Ida Venzo, Le leggi razziali e la persecuzione degli ebrei a Roma, 1938-1945, Museo della Memoria Locale di Cerreto Guidi-Archivio storico della Comunità Ebraica di Roma, 2012
• Anna Foa, Portico d’Ottavia 13, Laterza, Roma, 2013
• Marcello Pezzetti, a cura di, 16 ottobre 1943. La razzia degli ebrei di Roma, Gangemi, Roma, 2016
• Istituto Storico Germanico di Roma, 16 ottobre 1943, a cura di Martin Baumeister, Amedeo Osti Guerrazzi e Claudio Procaccia, Viella, Roma, 2016
Gli ebrei italiani durante il fascismo, Quaderni della Federazione giovanile ebraica italiana, Cdec, 2021, scaricabili dal portale del Cdec

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