1/3 – Una Brutal Friendship in diciassette incontri

Hitler e Mussolini

Diciassette incontri in dieci anni, da Venezia il 14 giugno 1934 fino a Rastenburg il 20 luglio 1944: in più di un’occasione hanno segnato svolte decisive per il destino non solo dell’Italia e della Germania, ma dell’Europa e del mondo intero, trascinati nel baratro della Seconda guerra mondiale.
A tenere unita l’intera vicenda è il crescere e il modellarsi di un rapporto sia personale, stretto e sincero quanto ondivago e ambivalente, sia politico-istituzionale, solo per pochi anni davvero in equilibrio.

L’allievo e il maestro

Benito Mussolini nasce a Dovia di Predappio, sulle colline forlivesi, il 29 luglio 1883, dal fabbro Alessandro, repubblicano e anticlericale, e dalla maestra Rosa Maltoni. Diviene anch’egli maestro ed esercita per un periodo questa professione, nella scuola del suo paese dove ha l’occasione di conoscere la futura moglie, Rachele Guidi. Troppo forte è, tuttavia, il richiamo degli ideali e della militanza politica. Nella testa del giovane e volitivo Benito ci sono tutte le idee politiche che colorano la Romagna all’alba del XX secolo: anarchismo, repubblicanesimo, socialismo.

Hitler e Mussolini a Monaco di Baviera
Hitler e Mussolini a Monaco di Baviera, 18 giugno 1940

Scelte che, al tempo, possono comportare rischi per la libertà personale tanto in Italia quanto all’estero, come egli stesso può provare sia in Svizzera che nel Tirolo meridionale. In queste due esperienze ha modo di stringere amicizia con tanti esponenti socialisti italiani e stranieri (come Cesare Battisti, a Trento), oltre che di apprendere quelle basi della lingua tedesca che gli avrebbero consentito, divenuto ormai il Duce del Fascismo, di rifiutare l’interprete negli incontri con il Führer.

Le foto segnaletiche di Benito Mussolini
Le foto segnaletiche di Benito Mussolini, datate 19 giugno 1903. Sospettato dalle autorità svizzere di incitare i lavoratori allo sciopero, fu espulso dal territorio elvetico il 30 giugno 1903 [Fonte State Archives of the Canton of Berne]

Adolf Hitler nasce sei anni dopo, il 20 aprile 1889 a Braunau am Inn, dove un ponte sul fiume che accompagna e distingue il nome del paese segna il confine con la Baviera e con il Reich tedesco del nuovo Kaiser Guglielmo II. Di quella frontiera Alois, padre del futuro Führer, è uno dei funzionari custodi, mentre la moglie Klara – fervente cattolica come la madre di Mussolini – accudisce la casa e i figli. I coniugi Hitler hanno rapporti di parentela, nemmeno troppo lontani. L’irrequietezza del giovane Adolf, anche più marcata di quella del giovane Benito, è aggravata da una costante insoddisfazione e da un’endemica irresolutezza personale e professionale.

Alois e Klara Hitler
Alois e Klara Hitler
Adolf Hitler (primo da destra seduto) durante la Prima guerra mondiale
Adolf Hitler (primo da destra seduto) durante la Prima guerra mondiale

Il 1914 è il primo anno di svolta per entrambi, che nel frattempo hanno scelto di vivere l’uno a Milano, l’altro a Monaco di Baviera. Sulla scena politica italiana Mussolini è molto più di un astro nascente, è uno dei principali dirigenti socialisti e il direttore dell’“Avanti!”, organo del partito. Allo scoppio delle ostilità in Europa, la linea è senza tentennamenti la stessa della segreteria, segnando il distacco dal resto del socialismo europeo: avversione in ogni modo alla guerra e non interventismo per l’Italia.

Mussolini direttore Avanti!
Mussolini direttore dell'"Avanti!"

Nelle stesse settimane Hitler, lettore bulimico dall’ideologia confusa tranne per un già spiccato nazionalismo pangermanista, aggressivo e antisemita, è una delle figure anonime che riempiono le piazze tedesche inneggianti alla guerra. Rifiutato dall’esercito austro-ungarico per carenze fisiche, prima della fine dell’anno trova posto in un reggimento bavarese.

Hitler (a destra) con altri due soldati dell'esercito tedesco
Hitler (a destra) con altri due soldati dell'esercito tedesco, Francia, estate 1916

Negli stessi mesi, Mussolini compie una svolta improvvisa verso l’interventismo: sollevato dalla direzione del giornale ed espulso dal partito, prende la via del fronte in divisa da Bersagliere. Non abbandona mai il lavoro giornalistico, continuando a seguire il quotidiano fondato a fine 1914, “Il Popolo d’Italia”, che sarà poi la voce ufficiale del Fascismo.

Benito Mussolini viene arrestato dopo un comizio interventista, Roma, 1915
Mussolini durante la sua permanenza al fronte in Carnia, dove fu trasferito con la sua unità nel marzo 1916

Dalla guerra tornano entrambi con il grado di caporale scelto, diverse ferite, alcune decorazioni.

Il 30 ottobre 1922, quando Mussolini, segretario del Partito nazionale fascista nato nel novembre 1921, viene nominato Capo del Governo, Hitler non è altro che uno sconosciuto agitatore all’interno della galassia, anche paramilitare, delle destre nella Germania postbellica, dove la neonata Repubblica cerca di consolidarsi e guidare un Paese prostrato e lacerato. Passa allora all’impegno politico diretto, compiendo una rapida ascesa all’interno della Deutsche Arbeiterpartei (Dap) da poco fondata, che di lì a poco prende il nome di Nationalsozialistiche Deutsche Arbeiterpartei (Nsdap); il carisma e l’oratoria del futuro Führer ne fanno subito il leader naturale.

Il Popolo d'Italia 31 ottobre 1922
"Il Popolo d'Italia", 31 ottobre 1922
Mussolini con i quattro quadrumviri
Mussolini con i quadrumviri della Marcia su Roma: Michele Bianchi, Emilio De Bono, Italo Balbo, Cesare Maria De Vecchi

Per buona parte degli anni Venti la Nsdap rimane numericamente impalpabile, mentre il suo capo guarda con ammirazione sempre più alta al Duce del Fascismo, a quello che ha fatto e sta facendo in Italia, a come ha riportato e gestisce l’ordine. Lo assume come modello, cerca di trarre insegnamento da ogni sua mossa, con una devozione che lo porta a chiedere insistentemente una foto autografata del suo maestro. L’avrà dopo cinque anni di tentativi, nel 1931.

Sull’altro versante delle Alpi il Capo del Governo italiano, forte innanzitutto della primogenitura del suo modello e del suo successo, continua a non prenderlo in considerazione. Anche la stampa e la pubblicistica italiane snobbano colui che dice di voler diventare il «Mussolini tedesco», riservandogli talvolta considerazioni non proprio lusinghiere: «Un Giulio Cesare in costume tirolese», scriverà Curzio Malaparte nel 1931.

Delegazione del NSDAP alla Giornata della Germania a Coburgo, ottobre 1922
Adolf Hitler sfila con i capi di partito, 1927

Le cose iniziano a cambiare nel 1929, quando il crollo di Wall Street innesca una devastante crisi economica internazionale, la “Grande depressione”: per Mussolini è il momento di ostentare, anche oltre la realtà, come il modello di Stato fascista possa attutirne i colpi più duri, mediante una consistente virata in politica economica; per Hitler è la scossa definitiva verso la presa del potere.

Adolf Hitler, nel suo ufficio alla Braunes Haus
Adolf Hitler, nel suo ufficio alla Braunes Haus, sede nazionale del partito nazista, Monaco di Baviera, inizio anni Trenta

L’ascesa del Nazismo è impetuosa a partire dalle elezioni per il Reichstag del 14 settembre 1930: dal nulla (o quasi) a 6 milioni di voti.

Nel gennaio 1933 l’anziano Presidente della Repubblica Paul von Hindenburg lo nomina Cancelliere: come Mussolini undici anni prima, giunge al potere per vie formalmente del tutto legali, da capo di un partito di minoranza in un governo di coalizione.

Adolf Hitler saluta la folla dalla sua auto alla testa di un corteo
Adolf Hitler saluta la folla dalla sua auto alla testa di un corteo, seconda metà anni Trenta

Come a Roma, a Berlino, per di più senza bisogno di marciare sulla capitale, ha trionfato la violenza politica, grazie all’accondiscendenza e alla collusione dei poteri tradizionali dello Stato, fiduciosi di trattare questa nuova forza da elemento d’ordine transitorio.

Fonti

BIBLIOGRAFIA MINIMA:
• M. Fioravanzo, L’Europa fascista. Dal “primato” italiano all’asservimento al Reich (1932-1943), Franco Angeli, Milano 2022.
• F. Cardini, Hitler e Mussolini. Lettere, documenti, intercettazioni telefoniche, Adler 2021.
• C. Goeschel, Mussolini e Hitler. Storia di una relazione pericolosa, Laterza, Roma-Bari 2019 (2018).
• H. Woller, Mussolini, il primo fascista, Carocci, Roma 2016.
• P. Milza, Hitler e Mussolini. Tutti i segreti di una tragica amicizia, Longanesi, Milano 2015.
• M. Fioravanzo, Mussolini e Hitler. La Repubblica sociale sotto il Terzo Reich, Donzelli, Roma 2009.
• R. De Felice, Mussolini e Hitler. I rapporti segreti 1922-1933, Le Monnier, Firenze 1983.
• F. W. Deakin, The Brutal Friendship. Mussolini, Hitler and the Fall of Italian Fascism, Weidenfeld&Nicolson, London 1962 (edizioni italiane: Einaudi, Torino 1963 e 1990).

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