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23.12 | Conclusa l’indagine archeologica preventiva

23 dicembre 2021

Affiora il bastione di Porta Comasina

Si è conclusa la prima fase di indagine archeologica preventiva sull’area di piazzale Baiamonti dove sorgerà il futuro Museo Nazionale della Resistenza, progettato dallo studio Herzog & De Meuron. Al termine di questo primo step, lunedì 20 dicembre 2021 il Segretariato regionale per la Lombardia del Ministero della Cultura, che ha realizzato le indagini con la collaborazione della Soprintendenza Archeologia belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Milano, ha riconsegnato l’area al Comune di Milano.

Lo scavo, condotto con assistenza archeologica e assistenza bellica – considerato il rischio di rinvenimento di ordigni sganciati durante i bombardamenti su Milano – è stato realizzato da fine aprile a fine giugno 2021. E’ stata indagata una superficie di circa 650 mq, raggiungendo una profondità fino allo sterile archeologico di massimo 3,5 metri. Già a circa 40 cm di profondità sono stati rinvenuti tratti significativi del basamento del bastione delle Mura spagnole che si sviluppava in elevato a Porta Comasina.
In particolare, raggiungendo la quota di sterile archeologico, sono state indagate: l’area interna alle mura bastionate; l’area esterna alle mura con un sondaggio in corrispondenza dell’angolo dove piega il bastione; un’ampia trincea esterna al bastione. Nell’area esterna al baluardo è stato inoltre asportato il livello di deposito superficiale, mettendo in luce il deposito stratigrafico che individua il fossato esterno lungo il bastione.

Nel complesso lo scavo ha messo in luce parte del baluardo difensivo della città nei pressi di Porta Comasina, attuale Porta Volta, tra Via Volta e Via Montello, e in particolare ha individuato un tratto di cortina muraria e relativi contrafforti. Le mura bastionate nell’area di scavo presentano continuità costruttiva e un paramento esterno di conci di pietra (ceppo) squadrati, purtroppo lacunoso nelle attuali porzioni sommitali, ma caratterizzato da un piede di appoggio alla base costituito da un ulteriore blocco di pietra.

Le Mura spagnole corrispondono all’ultima fortificazione difensiva in muratura della città di Milano e a partire dal XIX secolo ha inizio la loro demolizione fino a quota del piano di calpestio.
Tra i primi governatori spagnoli di Milano a concepire l’idea di una nuova cinta muraria cittadina fu, nel 1535, Antonio de Leyva, principe di Ascoli e capitano della Lega difensiva d’Italia, ma solo nel 1560 Milano ebbe la nuova cinta bastionata per ordine di Ferrante Gonzaga, governatore di Milano. La cortina, lunga circa 11 km, si disponeva attorno alla città con forma poligonale articolata in dieci lati di differenti lunghezze, alternati da nove baluardi a cuneo e rafforzati da piazzole rettangolari sporgenti per la difesa dei fianchi. Le porte della città, disposte radialmente, erano otto: Comasina, Nuova, Orientale, Tonsa, Romana, Lodovica, Ticinese, Vercellina. Internamente la cinta era dotata di contrafforti coperti da terrapieni.

La fortificazione, la cui muratura era rivestita da un paramento basamentale in grossi blocchi di ceppo, sovrastato a sua volta da un secondo paramento in mattoni, era circondata da un fossato esterno in cui scorreva l’acqua. Perduta la funzione difensiva, nella seconda metà del Settecento, gli spalti vennero trasformati in passeggiata panoramica, sistemati con giardini pensili e filari di alberi, dove passeggiare o andare in carrozza. Con l’apertura del nuovo asse verso il cimitero monumentale si realizzarono nel 1880, proprio in corrispondenza della punta del bastione, i due caselli daziari di Porta Volta di Cesare Beruto.

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