LA LIBERTÀ DI MILANO

Sfilare a Milano

Il 6 maggio 1945 sfilano per le vie di Milano i protagonisti della Resistenza. Nella serie fotografica scattata da Mario Venanzi si riconoscono in testa al corteo Mario Argenton, Gian Battista Stucchi, Ferruccio Parri, Raffaele Cadorna, Luigi Longo, Enrico Mattei, Fermo Solari.

Parate partigiane del 6 maggio 1945 vertici del Clnai
Parate partigiane del 6 maggio 1945 vertici del CVL [Fonte Istituto Nazionale Ferruccio Parri - Milano Libera]
Questa giornata fu il coronamento e la consacrazione dei nostri sforzi. Una radiosa giornata, nella quale lo sfavillante sole di maggio ci aveva benedetti coi suoi raggi, spandendo attorno a noi un’atmosfera di bonaria concordia, bene auspicante per la risurrezione della Patria
da R. Cadorna, La riscossa,Rizzoli, Milano 1948, p. 286.

La liberazione di Milano ha un valore nazionale. Già città di fondazione e affermazione del fascismo, è stata poi la sede del Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia e quindi “capitale” della Resistenza. Da Milano parte il 25 aprile l’ordine di insurrezione generale che verrà scelto come data simbolo della Resistenza e Festa della Liberazione.

Ma il caso milanese ha anche valore in sé, per la densità e intensità degli eventi. Nonostante il piano predisposto fin dal 1944, la liberazione avviene con modalità inattese. I primi scontri si hanno dalla mattina del 24 aprile in zona Niguarda. Quasi contemporaneamente Leo Valiani, Sandro Pertini ed Emilio Sereni, in nome del Comitato Insurrezionale, diramano l’ordine di sciopero generale a partire dalle ore 13.00 del 25.

La Brigata Garibaldi Servadei entra a Milano accolta da una folla festante. Milano 26-29 aprile 1945 [Insmli, Fondo Corpo Volontari della Libertà]
Folla festante accoglie l’ingresso dei partigiani in piazza Duomo Milano 26-29 aprile 1945 [Insmli, Fondo Corpo Volontari della Libertà]

La Liberazione
di Milano

Alle ore 8.00, riunitosi presso il Collegio dei Salesiani di via Copernico, il Clnai nomina presidente Rodolfo Morandi, approva all’unanimità la proclamazione dell’insurrezione ed emana il decreto dell’assunzione di tutti i poteri da parte dei Comitati di liberazione.
All’incirca alla stessa ora, presso il Convento delle suore della Riparazione, in corso di Porta Magenta 79, si riunisce il Comando Generale del Corpo Volontari della Libertà; mentre il Comando Piazza stabilisce provvisoriamente la propria sede operativa nel commissariato di via Carlo Poma.

Tra mezzogiorno e le prime ore del pomeriggio tutte le principali fabbriche milanesi vengono occupate dai partigiani che respingono gli attacchi nemici. Liberate le sedi del “Corriere della Sera”, della “Gazzetta dello Sport” e del “Popolo d’Italia” , i partigiani usano gli impianti per stampare le edizioni insurrezionali dell’ “Unità”, dell’ “Avanti!” e dell’ “Italia Libera”. Il tribunale del Cln si insedia presso il Palazzo di Giustizia.

Alle ore 17.00, attraverso la mediazione del cardinale Schuster, Mussolini incontra i rappresentanti del Clnai. Richiesta una sospensione delle trattative, si reca in Prefettura da dove, alle 19.30 circa, con numerosi gerarchi e una scorta di Ss, lascia Milano alla volta di Como, nell’intento di riparare in Svizzera.
All’alba del 26 aprile, dopo una breve sparatoria in corso di Porta Nuova, il 4° battaglione della Guardia di Finanza, guidato dal colonnello Alfredo Malgeri, prende possesso del palazzo della Prefettura in corso Monforte e alle 8.00, nominato dal Clnai, Lombardi assume la carica di prefetto, mentre il socialista Antonio Greppi quella di sindaco.

Alle ore 9.00, dalla stazione radio di Morivione, il comandante delle Brigate Matteotti, Corrado Bonfantini, annuncia la liberazione di Milano.

Il 27 aprile, alle ore 17.00, provenienti dall’Oltrepò, giungono in città i primi partigiani della divisione Garibaldi Gramsci; e il 28, alle ore 13.00, precedute dai carri armati conquistati al nemico e sorvolate da un aereo sotto le cui ali era scritto Valsesia, entrano da viale Certosa le Brigate valsesiane di Cino Moscatelli; il quale, insieme a Luigi Longo e Sandro Pertini, tiene due ore dopo il primo libero comizio in piazza del Duomo.

Colonne tedesche arrese in via Dante [Fonte Istituto Nazionale Ferruccio Parri - Milano Libera]
Colonne tedesche arrese in via Dante [Fonte Istituto Nazionale Ferruccio Parri - Milano Libera]

All’alba del 29 aprile i cadaveri di Mussolini e degli altri gerarchi uccisi a Dongo vengono esposti in piazzale Loreto. Nella stessa mattina entrano in Milano le prime avanguardie della V Armata statunitense.
Alle ore 19.00 il colonnello Charles Poletti, commissario per la Lombardia del Governo Militare Alleato, ricevuto in Prefettura, si congratula con i vertici della Resistenza per il lavoro svolto.
I negozi riaprono, i mezzi circolano tra le case bombardate e vengono erogati gas ed energia elettrica.

L’ordine pubblico è garantito dai partigiani: in base a dati raccolti dal Ministero degli Interni, i fascisti condannati a morte dai Tribunali Straordinari, o giustiziati sommariamente, sono circa 600.

I combattimenti proseguono ancora per alcuni giorni. Del resto la resa tedesca in Italia, firmata il 29, diviene operativa solo il 2 maggio. Bolzano è liberata solo il 3. E stragi di civili si registrano fino al 6.

La fase insurrezionale può quindi dirsi conclusa solo quel giorno, quando nelle grandi città del nord i partigiani consegnano le armi e sfilano per le vie della città.

Maggio 1945, Sandro Pertini a Milano
La sfilata del 6 maggio 1945, Milano

A Milano, come detto, il gruppo dirigente del Comando Generale del Corpo Volontari della Libertà guida la parata della Vittoria. Al Castello Sforzesco Cadorna, alla presenza del generale americano Crittenberger, consegna la medaglia d’oro al valor militare (conferita il 15 febbraio 1945) alla bandiera di guerra del Cvl, oggi custodita nel Museo Sacrario delle Bandiere al Vittoriano.

Portabandiera è il giovane Andrea Cascella, comandante della 10ª brigata Rocco, che diventerà poi un importante scultore. La giornata è ripresa dai cineoperatori americani; mentre la cronaca per la radio italiana è effettuata da Niccolò Carosio. Lo stesso giorno il cardinale Schuster scopre la Madonnina in cima al Duomo, rimasta velata durante la fase di guerra per scongiurare i bombardamenti.
Nei giorni successivi a Roma Morandi incontra il Cln e rivendica a nome del Comitato “un governo di liberazione e la Costituente”.

Un operatore della V armata filma il 30 aprile 1945 in piazza Baiamonti - esattamente dove sorgerà il Museo Nazionale della Resistenza - mentre i tedeschi abbandonano Milano [Fonte – National Archives Usa]
Partigiani sfilano per Milano, 6 maggio 1945 [Fonte Insmli, Fondo Corpo Volontari della Libertà]
Sandro Pertini in piazza Duomo a Milano il 25 aprile 1945 [Collezione privata Ivano Castaldini]
Cino Moscatelli e Niccolò Carosio, 9 maggio 1945

Il 15 giugno successivo il Cvl si scioglie, dopo aver ceduto i suoi poteri alle autorità militari alleate. Rimane in carica il solo Mario Argenton.

Argenton sarà il primo partigiano a prendere la parola alla Costituente, evocando la Resistenza:
“Abbiamo combattuto per tornare a testa alta fra gli uomini liberi in una libera Patria”.

La Mostra
della Liberazione

Il 7 luglio viene inaugurata al Palazzo dell’Arengario la Mostra della Liberazione, organizzata da Mario De Micheli, Gabriele Mucchi, Albe e Lica Steiner, Luigi Veronesi. La mostra è realizzata con materiali poveri: pannelli di legno grezzo; carte colorate e una struttura portante di tubi Innocenti all’interno della quale si snoda un percorso scandito da ventitré settori, dominato da una serie di bandiere alleate, da alcuni quadri riassuntivi con informazioni quantitative e materiali provenienti dalle formazioni partigiane, dall’archivio dell’Unità clandestina e da diverse donazioni private.

Museo-Nazionale-Resistenza-mostra-della-ricostruzione
La Mostra della Ricostruzione al Palazzo dell’Arengario, Milano
Museo-Nazionale-Resistenza-14-luglio-1945

I festeggiamenti per la liberazione raggiungono l’apice sabato 14 (anniversario della presa della Bastiglia) con la Festa della Fraternità organizzata dal sindaco Greppi, nello spazio tra il Castello Sforzesco e l’Arco della Pace. Nei quartieri periferici la gente veglia tutta la notte. I tram circolano ininterrottamente e una banda autotrasportata suona La Marsigliese e altri inni di libertà.

"La Domenica degli Italiani"
"La Domenica degli Italiani" [Fonte Biblioteca Nazionale Braidense, Milano]
Si respira l’aria di festa per i colori dell’insurrezione che ornano le strade e le finestre e le soglie, tanto diversi da quelli delle forzate celebrazioni littoria… la sera i giovani e le ragazze di Milano danzano. Volontà nervosa di allegrezza, dopo tanto soffrire. Si pensa per analogia alle danze sotto gli alberi della libertà
da F. Flora, Viaggio di Fortuna, Vecchiarelli, Roma 1995 [ed. or. 1945], p. 71 e p. 75.

Fonti

Bibliografia minima
• R. Cadorna, La riscossa, Rizzoli, Milano 1948 (ultima edizione 1967)
• G. Pesce, Quando cessarono gli spari: 23 aprile-6 maggio 1945: la liberazione di Milano, Feltrinelli, Milano 1977 (nuova edizione 2019)
• L. Borgomaneri, a cura di, Milano 1940-1945: itinerari della memoria, Mimosa, Milano 2005 (nuova edizione 2015)
• S. Consenti, a cura di, Luoghi della memoria a Milano: itinerari nella città Medaglia d’oro della Resistenza, Guerini, Milano 2015
• C. Greppi, 25 aprile 1945, Laterza, Bari 2018

Risorse digitali
Milano Libera
MI4345 – Topografia della Memoria
MEMI – Attiviamo la memoria
La Resistenza a Milano, di Luigi Borgomaneri
Fondazione CVL

Materiali audiovisivi
Liberazione 1945 – Primo cinegiornale dell’Istituto Luce chiamato Nuova Luce
La battaglia di Milano – di Gianni Bisiach – 1° parte
Nel videoracconto di Gianni Bisiach la sfilata della Liberazione a Milano
Italiani. Ferruccio Parri, il Comandante Maurizio. Documentario

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